La Signora Befana e il fumaiolo della Sea Watch



Cara Signora Befana d’Italia, sono Felice che ti scrive, anche se non è chiaro dove ci hai la residenza, se per caso ci hai un permesso di soggiorno italico o se devi nomadare all’infinito come pensa la Meloni. Non so nemmeno se ci hai diritto a qualche asilo umanitario o meno, se ci hai permesso del soggiorno scaduto e in fine se davvero esisti. Purnondimeno mi piace penzare, anche se non ci hai tutte le carte legali a posto, che qualcuno ci ha la stramberia di scriverti una lettera giusto a proposito, a suo rischio e pericolo. 

Cara Signora Befana d’Italia, oggi ti scrivo con soddisfazione e in confidenza, che mi sento un  po’ tuo collega, anche se di livello assai più ridotto. Infatti qui in via Casalofio mi hanno nominato Befana del condominio del numero 17bis, con con tanto di costume sgraffignato dal signor Bruschetta del quarto piano che lavorava alla lavanderia del Teatro dell’Opera. Certo al condominio 17bis non ci abbiamo i camini dove appendere le calzettone, ma solo una canna fumaria abusiva della rosticceria “La Girandola”, così i bambini le calzettone le appenderanno alla porta di casa, nella speranza che quello scemo di Sariddo Manciasbafo non se le fotte tutte prima dell’alba.

Cara collega Befana d’Italia, con questa mia lettera vorrei parlarti di un fumaiolo in mezzo al mare e preparati allo sconcerto che ti prenderà quando ti ritroverai a nomadare per le case, le palazzine, i palazzoni e le scantinate italiani da nord a sud, che pian piano nell’ultimo anno molte cose sono cambiate. Su tante finestre non ci troverai le calzettone o i panni stesi, ma sacchi di sabbia, filo spinato e telecamere troppo intelligenti. Infatti, grazie alle nuove leggi della Supersicurezza, finalmente l’Italia è un paese sicuro e con la più fiduciosa diffidenza del mondo. Ora, cara Signora Befana, anche se non conosco il tuo nome, mi permetto di confidarmi con te, anche se dicono che sei una immagine della fantasia, che è cosa che si è fatta un poco clandestina di questi tempi, ma penso sia sempre una roba piuttosto umana.

Cara Signora Befana, inzomma, girando per gli agghiaccianti tetti d’Italia cerca di aprire gli occhi alla furbigna. Permettimi di darti quattro dritte sui nuovi pericoli del tuo mestiere girovagante. In primis, se non sei informata, rischi di beccarti una denuncia per accattonaggio molesto, che, come minimo, sono sei mesi, ma visto che ti occupi di minori ti prendi fino a tre anni di galera. Poi con la Lestissima difesa che ci piace a Salvini è possibile che i buoni padri di famiglia ti scaricano a cuor leggero una valanga di pallettoni appena ti infili nel camino.  Evita poi di farci fare un giro sulla scopa a qualche bambino, che Toninelli ti sequestra la patente se non ci hai il seggiolino antiabbandono, anche se curiosamente per lui è normale abbandonare quelli sulle navi vaganti.  E bada che la Digos ti sequestra la sciallina perché troppo fricchettona o troppo mussulmana. Accura poi a quelli che scambiandoti per qualche ambulante etnica ti denunciano a tappo ai vigili urbani, con relativa distruzione della scopa. Tieniti alla larga da quelli che ci hanno il camino finto, che sembrano quello che non sono e sono quello che non sembrano, una specialità che in Italia è ormai considerata a cinque stelle. Per aggiunta, poiché sono certo, che non farai differenza fra i bambini nati di madre italiana o meno, fra i bambini bianchi o neri o gialli o verdi come i marziani, fra i piccoli che ci hanno la residenza e quelli che la residenza non ci risulta nei documenti, bada che magari ci avrai qualche grattacapo con il Ministro degli Interni, che si prepara a mobilitare l’esercito per fare rispettare la legge della Supersicurezza, che, non so perché, chiamano giallo verde. 
Cara Signora Befana italica, spero di non averti troppo allarmata o sconfortata. Purnondimeno, che vuoi che ti dico, questo è quello che gli italiani hanno voluto, regalandosi un paese tutto nuovo, a porte blindate, dove anche se c’è più debiti, c’è, per fortuna più chiacchiera divertevole e più carcere garantito per tutti, soprattutto se nullatenenti.

Cara Signora Befana, ora io vorrei chiederti un piccolo favore. So che non sei esperta di mare, purtuttavia, ci sono due navi in mezzo alle onde mediterraniche che non riescono proprio ad attraccare sulla terraferma. Pare che imbarchino gente che ci rovinerebbe la Supersicurezza tanto faticosamente conquistata dai nostri governanti. E giustamente, sono tenute al largo, nel mare di nessuno. Comunque, cara Signora Befana, se tu in questo giorno di festa, sfidando la tramontana, gli sprizzi agghiaccianti e le maledizioni di molti biliosi, riuscissi a raggiungere e infilarti giù per i fumaioli della Sea Watch, e della Sea Eye, troveresti alcuni bambini che aspettano qualcosa. Perché se pure nessuno gli ha mai promesso niente, penzo che annacati dalle loro madri si sono sognati almeno una volta che la terra se la potevano attraversare tutta, che da qualche parte ci sta un sorriso per loro.  Magari questi picciriddi senza carte bollate non sanno neppure che esisti. Pensa che sorpresa faresti loro! Gli porteresti anche i penzieri di tutta quella gente che non ha ancora paura della semplice speranza. Penza, pare che anche Di Maio si ha commosso e sti bambini se li vorrebbe portare a casa, dove però ci ha un camino finto: comunque, non c’è rischio, perché i suoi superiori non vogliono. 
E sono Felice che ti saluta in groppa a una scopa che di volare non ne vuole manco a brodo. Potresti mandarmi in privato la formula giusta, giusto per provare un giro sui tetti?
Ciao Signora Befana.


Felice Sghimbescio

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