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Bonafede, il carcere e il Capodanno di Elia

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Caro Alfonzo ministro, sono Felice che ti scrive, con l’augurio natalizio che ci avrai la pazienza di leggere questa mia senza dolo, senza lagna e senza inganno.  E con l’occasione mi prendo la licenza di farci l’auguri a tutti le lettori e lettrici di questo blogh, che ormai hanno superato i confini di via Casalofio e si sono spalmati un po’ dovunque. D’altronde, come tu ci insegni, a fare l’auguri, se non c’è dolo, non c’è manco dolore! Inzomma, nessuna pena da scontare o cose del genere e uno si sente sollevato, proprio come diceva Lucio il cantante: non c'è tensioo-ne, non c'è emozioo-ne, nessun doloo-ore! Però lui almeno ci aveva orecchio! Ora vorrei capire se anche tu ci hai orecchio per ascoltare o ci hai la tappata di cerume che oggi affligge tanti politici che il destino ci ha ammollato. Caro Alfonzo, so che anche nelle festività ci hai da sigillare qualche copertone di questa nostra giustizia non tanto aggiustata e ci hai da spazzare mucchi di corrotti per