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Visualizzazione dei post da 2022

A Ivan e Ivan

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Caro Ivan Ivanovich Nikiforov e caro Ivan Nikiforovich Ivanov, sono Felice che vi scrive. Sì, è vero, ho un po’ fantasiato i vostri nomi solo per scansare la censurazione, ma sono certo che questa mia in un modo nell’altro vi raggiungerà da una parte e dall’altra del fronte.  Da tre mesi ci ho lo sgomento di questa guerra, cioè di quella che tu non chiami guerra, Ivan, mentre per te, Ivan, è guerra. Inzomma, sia come sia, ci ho lo sgomento, anche se sono lontano da voi che ne sapete molto più di me della paura.  Ho tanto penzato prima di scrivervi, strizzando la pezza di cervello che mi ritrovo per rinfrescare le idee, mentre le urla delle televisioni italiani appannavano gli schermi e il mondo cambiava a capofitto. E se scrivo a voi, mettendoci i miei penzieri e il mio cuore, mi perdonerete di quanto non potrò mai veramente capire di voi e della vostra vita. Purnondimeno - chiamatela o no guerra -  a chi altri dovrei scrivere se non a voi che siete alla prima linea e, con rispetto par

Mattarella e le formiche con le ali

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Caro Sergio Presidente Mattarello ti scrivo mentre sei usciere dal Quirinale, esprimendoti tutto il mio dispiacimento che presto ci devi lasciare e ritirarti a vita quasi normale, da comune normale. Magari, caro Sergio, presto ci ritroveremo a Palermo per un caffè che anche io sono abbastanza comune seppure non proprio normale. Ora, caro Sergio presidente usciere, su questa soglia dell’anno nuovo ci viene la malinconia per le tante cose vissute nel vecchio anno e la timida speranza per un nuovo anno. E si, caro Sergio, l’anno vecchio se va e un altro anno ci viene a molestare. E dobbiamo ancora capire come l’impasto del 2022, terzo anno dell’era pandemonica, lieviterà. Che per ogni cosa è problema di impasto e di lievito. E tu ne sai qualcosa visto hai impastato i governi più strambi della nostra curiosa Repubblica. Hai stato il panettiere, il funambolo, il trapezista, il domatore di porcelli più coraggioso di questi tempi chiacchieroni, accollandoti in sette anni i più bizzarri politi